La protesta dei Copti a Roma del 9 gennaio 2011
Protesta Copti a Roma
Domenica 9 gennaio, in piazza della Repubblica a
Roma
, si è svolta una
manifestazione
della comunità copta ortodossa, come segno di protesta per l’attentato terroristico di capodanno ad Alessandria d’Egitto.
Ero a
Roma
da alcuni giorni e mi è capitato di assistere alla
manifestazione
: bare con le immagini di chi è morto nell’attentato, slogan di protesta, moltissimi cartelli con richieste e messaggi inequivocabili (vedi galleria foto). Intervistato da
Zenit.org , il vescovo copto-ortodosso Barnaba El Soryany, ha affermato che la risposta ai terroristi autori dell’attentato, resta comunque “il perdono”, ma occorre dire una volta per tutte “basta all’odio e al terrorismo, basta con il sangue”, lanciando l’appello: "libertà religiosa per ciascuna confessione".
Capire i motivi che scatenano questi episodi di violenza, è cosa complicata per noi occidentali, distanti (ma non poi tanto) dalle culture orientali. Nel caso specifico, sembrerebbe che la comunità copta abbia sequestrato due donne convertite all’islam e quindi i musulmani si sarebbero vendicati, facendo esplodere un’autobomba presso la chiesa, uccidendo 21 persone (
leggi articolo ).
Ma chi sono effettivamente i mandanti? Facile di questi tempi accusare Al Qaida, anche se non si possono escludere ipotesi interne allo stato egiziano. Da tempo le chiese cristiane in Egitto sono presidiate dalla polizia, evidentemente però, con scarsi risultati. La comunità copta è composta da circa il 14% dei quasi 80 milioni di abitanti e quindi rappresenta un caso isolato in cui in un paese arabo, esiste un consistente numero di
cristiani
. Questa situazione, al di là quindi dei motivi tradizionali come il non poter "toccare" le donne di diverso credo religioso, crea non poche tensioni con il risultato di una convivenza molto difficoltosa.
Chi volesse approfondire la conoscenza sui
Copti
, suggerisco di leggere i
cenni storici a cura di Aurelio Balbis, tratto dal sito ufficiale dei
Copti
italiani. Si scoprirà che le differenze con la Chiesa Cattolica sono minime, frutto per lo più di equivoci ormai remoti, spazzati via dall’incontro in Vaticano del 1973, tra Papa Shenouda III e Papa Paolo VI.
Essere solidali di fronte queste tragedie, è il minimo che si possa fare. Forse i potenti della terra potrebbero fare qualcosa di più consistente affinché si raggiunga la tanto auspicata "libertà religiosa". Preghiamo perchè ciò avvenga, ricordandoci che siamo tutti figli di Dio.