il muro di “difesa”
La settimana di ferragosto 2008 ho pensato bene di fare un viaggio alternativo, non il solito da turista: un pellegrinaggio in Terra Santa. E’ stata un’esperienza indimenticabile sia dal punto di vista spirituale che culturale, a tal punto da consigliare a coloro che mi chiedevano le sensazioni provate di recarsi loro stessi in quella splendida terra, perchè solo così sono apprezzabili i luoghi descritti nella Bibbia e comprendere più oggettivamente le varie tensioni locali, che inesorabilmente ci giungono "filtrate" dall’informazione occidentale.
Affronterò con nuovi articoli le altre considerazioni sul viaggio, magari anche supportato dai miei compagni d’avventura, ora però mi soffermo su ciò che sicuramente è più appariscente, quello che ha colpito negativamente ogni turista o pellegrino che l’abbia visto, quello che ha acceso più discussioni non potendo certo far finta di non vederlo: il muro di
Betlemme
.
Otto metri di cemento armato non sono uno scherzo! Anche i militari israeliani di guardia ai check-point, ben più armati del cemento, non è che ti domandano se è stato di tuo gradimento il viaggio, la cosa è seria: tutta
Betlemme
è stata circondata dal muro, isolandola da Gerusalemme e imprigionando di fatto i suoi abitanti.
Questo a Gerusalemme est; ci sono poi muri in altre zone e barriere elettrificate sulla gran parte del confine tra Israele e i territori
palestinesi
, con numerosi casi di appropriazione indebita a discapito della
Palestina
.
Le discussioni nascono nel definire "l’opera": c’è chi la accomuna a quello di Berlino, chi la considera una vergogna e chi la indica con il nome "muro di difesa". Che nel terzo millennio si debbano ancora erigere questi mostri di cemento, indifferentemente se a ragione o a torto, è già una sconfitta, tuttavia mi vengono in mente tante costruzioni del passato, dalla muraglia cinese ai castelli medioevali: non avevano tutte lo scopo di tenere alla larga gli invasori di turno? E’ forse questa l’utilità del muro di
Betlemme
?
Non mi pare, visto che, fino a prova contraria, gli artefici dell’opera sono sul posto solo da 60 anni, mentre i presunti "invasori" sono li da sempre.
di Daniel Miot - 16 ottobre 2008
# 1 del 16/10/2008 02:17:16 di
Enzo
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Per la par condicio, sarebbe onesto inserire le foto dei kamicaze che si fanno saltare in aria (andando direttamente all'inferno) uccidendo Ebrei innocenti e non soltanto il muro di difesa che gli Israeliani hanno dovuto, a loro spese, costruire per difendersi dai continui attacchi diabolici dei santi terroristi.
La situazione in Israele, che la si veda dal punto di vista israeliano o da quello palestinese, è assolutamente complessa e per niente facile anche solo da descrivere. Certo è che inevitabilmente si è più sensibili agli ultimi avvenimenti, rispetto agli eventi storici che hanno portato alla situazione attuale. Per approfondimenti vedi:
Conflitto Israelo-Palestinese. Fermo restando che sono da condannare tutti gli atti violenti, conoscere nei dettagli le cause scatenanti fa vedere sotto un'altra luce ciò che in prima analisi appare di una ferocia inaccettabile come un attentato terroristico.
Probabilmente se non fossi andato in pellegrinaggio in Terra Santa, sarei rimasto anch'io dell'opinione che questi attacchi terroristici andavano contrastati a tutti i costi, anche innalzando "muri di difesa", ma ho dovuto ricredermi: ho assistito a soprusi di ogni genere da parte delle forze armate israeliane, dal trattenere per accertamenti decine di lavoratori palestinesi al rientro a Betlemme (sono obbligati a cercare lavoro "all'estero", come a Gerusalemme, perchè l'economia nei territori palestinesi è fortemente ostacolata), facendoli sedere sul marciapiede appena prima del check-point per ore, dal confiscare abitazioni arabe con le scuse più disparate, per poi insediare coloni ebrei, o addirittura sequestrare la Bibbia (testo sacro anche per loro!) ad una signora del nostro gruppo al controllo per accedere alla spianata delle moschee, con la scusa che sarebbero i musulmani a non volerla.
Sicuramente anche i musulmani contrastano i cristiani in quei luoghi (e in molti altri!) contribuendo non poco alla loro oppressione e conseguente emigrazione da terre che da secoli gli appartengono, ma il sequestro della Bibbia a molti è sembrata un modo per porre in cattiva luce gli arabo-islamici agli occhi degli occidentali, solo per il fine di sostenere la causa israeliana a discapito di quella palestinese. Prova ne è anche il fatto che ai controlli (innumerevoli!) in aeroporto è preferibile dichiarare Gerusalemme (territorio israeliano) quale provenienza di tutti souvenir e soprattutto degli oggetti sacri, che logicamente si acquistano nella città natale di Gesù (territorio palestinese), questo perchè verrebbero sequestrati, visto che, se venduti dagli arabi, potrebbero contenere bombe, anche in una croce di 3 cm!
Questo è contrastare l'econimia di un popolo con ben poche altre risorse se non quelle del turismo religioso! Per non parlare della consuetudine di acquistare attività e sistematicamente licenziarne i lavoratori arabi, delle difficoltà che i palestinesi incontrano nel curarsi o nel reperire alimenti per esigenze particolari, tutti servizi disponibili in maniera efficiente solo in Israele: in Italia ci lamentiamo per la coda ad un ufficio postale, magari per pagare il bollettino della TV via satellite, in Palestina stanno fermi ore ad un check-point prima di poter andare al pronto soccorso a farsi curare!
Il punto è che tutti hanno diritti (sanciti per entrambi anche dall'ONU:
maggiori informazioni) ma ognuna delle due parti vuole prevalere sull'altra, creando situazioni negative e passando entrambi dalla parte del torto, alimentando le tensioni ed esasperando chi si trova con le spalle al muro (non solo per modo di dire!): c'è chi fugge all'estero (tanti) e chi fa un attentato (pochi), facendo sicuramente molto più rumore dei primi, come quando cade un albero, rispetto al rumore che fa una foresta nel crescere.
Come già detto, in tutta questa situazione, la peggio ce l'hanno gli arabi-cristiani, che non hanno nessuna "causa" cui appellarsi e che vorrebbero solo vivere dignitosamente e in pace in Terra Santa ed è a loro che questo sito si rivolge, offrendogli quanto possibile appoggio morale e aiuti economici.
# 3 del 19/10/2008 09:41:44 di
arial
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1 è uscito in Israele un libro intitolato "il Muro della Follia" che smantella i luoghi comuni sul muro dimostrandone l'inutilità ai fini della sicurezza. Chi lo ha voluto e ne ha tratto vaantaggio sono stati gli imprenditori e gli speculatori Articolo originale [www.haaretz.com]
sintesi personale in italiano [frammentivocalimo.blogspot.com]
2
2 Anche un'impresa vitivinicola salesiana vittima del Muro
http://www.terrasanta.net/terrasanta/att_det.jsp?wi_number=1195&wi_codseq=
# 4 del 19/10/2008 19:31:36 di
Leonardo
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caro Daniel, il muro costerà agli israeliani circa 6 miliardi. E'innegabile che sino ad ora ha rappresentato un argine contro gli attacchi terroristici. Quante cose si sarebbero potute fare con quei 6 miliardi, tuttavia gli israeliani hanno sacrificato un considerevole baget per la loro sicurezza. La domanda è: sono diminuiti i morti per stragi terroristiche in Israele? Indubbiamente sì, perciò il muro serve agli israeliani residenti. Sei tu un residente in Israele? No, allora come vuoi giudicare cosa è necessario agli abitanti di Israele? E' facile poetizzare sulla pelle degli altri. Tanto, non sei mica tu quello che rischia, per esempio mentre è in macchina, un colpo di un cecchino palestinese. Gli ebrei non si faranno più facilmente massacrare come nel ghetto di Varsavia!
# 5 del 21/10/2008 02:12:05 di
Daniel
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C'è poco da aggiungere, se non di leggere la lettera di padre Andrè che ci è appena arrivata: guarda caso vive proprio a pochi km dal muro...
http://www.guardacon.me/Blog/?p=116
# 6 del 21/10/2008 15:34:00 di
Enzo
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Su sollecito molto sollecito di mio marito Enzo, mi sento chiamata in causa a riprendere alcuni fili del discorso. Devo purtroppo constatare, a mio discapito, che mi reca sempre profondo dolore leggere la banalità di certe spiegazioni. Purtroppo mi ferisce come in prima persona, eppure né sono ebrea, né tanto meno israeliana. Forse proprio per questa ragione, e per motivi di studio, dopo aver già soggiornato e studiato in Israele, nel 1995-96 decisi di andarci a vivere. Per la precisione era il 26 ottobre 1995 (data storica della mia vita), partì da Roma per Tel Aviv con un biglietto di sola andata che lasciò non poco perplesso anche il mio agente di viaggio che tra l'altro era un conoscente. Per un anno ho vissuto a fianco a loro, volevo vivere esattamente come una di loro, non da turista e nemmeno da studentessa, ma come un'israeliana. Devo dire che è stata una delle esperienze più formative della mia vita sotto ogni, e risottolineo ogni, punto di vista. Certo non è stato facile vivere come un'israeliana in Eretz Israel, non essendo nè cittadine d'Israele, né ebrea. E' un po' come essere extracomunitari nel nostro paese: permessi di soggiorno da strappare, problemi di lavoro ecc. ecc. Ho vissuto per 4 mesi in un villaggio all'interno della Samaria, aldilà della linea verde, perchè lì i costi delle abitazioni sono molto inferiori ed io non potevo permettermi grosse spese. Ero a Tel Aviv, a due kilometri dalla piazza in cui è stato assassinato Isaac Rabin, nel novembre 1995. Ero lì quando per 5 volte esseri umani in nome di uno "pseudo-dio" si sono fatti saltare in aria in mezzo a mercati, coffee bar, discoteche, pensando di raggiungere il paradiso, premio meritato per aver ucciso degli ebrei. Ero lì durante le votazioni, che videro l'ascesa della destra di Netanyau. Ho pianto con loro, ho riso con loro. Ho conosciuto Israele. Non per un pellegrinaggio in terra santa ma per aver vissuto sulla pelle cosa vuol dire stare a loro fianco. Sono felice di essere una cristiana italiana perchè, senza alcun interesse personale, senza nessun personalismo, posso a faccia alta dichiarare che non c'è al mondo uno stato con un livello di umanità più elevato di quello di Israele. I luoghi comuni continuano a ferirmi in modo brutale come fossi ebrea israliana perchè l'ignoranza genera mostri e qui i semi non mancano. COnosco comunità arabe cristiane. A Haifa. Le conosco personalemente. Siamo amici del Pastore fondatore della libreria cristiana di Haifa. Parlate con queste persone: sono onorati di vivere in Israele, di essere cittadini israeliani di uno stato ebraico. Sono rappresentati in parlamento, hanno deputati, partiti, diritti e anche tanti doveri, è vero. Potrei continuare all'infinito ma devo forzatamente concludere. Una cosa sola voglio aggiungere: chi ha a cuore la verità, conoscerà la verità. Non fatevi ingannare da luoghi comuni, indagate fino in fondo e siate disposti ad ascoltare tutti. La verità trionferà, la verità trionferà.
# 7 del 22/10/2008 03:32:13 di
Daniel
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Cari Silvia ed Enzo, è evidente che l'argomento vi appassiona e che potete vantare conoscenze sul tema ben più consistenti delle mie e vi ringrazio per questo scambio di opinioni nel mio blog, visto che è proprio la visione di nuovi punti di vista, uno degli scopi principali. Tuttavia, trovo che sia una nota stonata affermare che certe spiegazioni siano banali: se l'intento è quello di far conoscere le proprie idee, non si dovrebbero giudicare negativamente quelle degli altri. Se lei Silvia è orgogliosa di vivere in Israele, ritenendolo uno stato dall'umanità più elevata al mondo, non sarò certo io a volerle far cambiare idea, dovrebbe però ammettere che c'è chi non condivide questa sua considerazione, non necessariamente basandosi su "luoghi comuni". Per farle comprendere meglio il mio punto di vista, le dirò che secondo me, per essere obbiettivi, bisogna ragionare con la propria testa, cercando di non farsi influenzare da movimenti politici, ideologici o sociali ed applicare un semplice consiglio che ci ha dato nostro Signore Gesù, unico ad essere "sopra le parti": non fare agli altri quello che non vorresti venisse fatto a te. Come già detto, è giusto condannare atti terroristici, ma non trovo altrettanto giusto l'uso della violenza per contrastarli, come non è stato giusto ad esempio, che Ygal Amir, integralista sionista, uccidesse Isaac Rabin, solo perchè questi volle impegnarsi con Yasser Arafat nel raggiungere la pace con un compromesso. Un altro argomento che vorrei approfondire è come lei possa conciliare l'essere una cristiana italiana, simpatizzante ebrea e al tempo stesso promotrice del movimento Messianico in Italia (titolo del suo libro: "Israele ed il movimento Messianico in Italia" - ed. The New Thing), quando gli stessi Ebrei non vedono di buon occhio i Messianici, essendo ebrei loro stessi ma che hanno riconosciuto Gesù come loro Messia. Magari può spiegarmelo in questo blog, come anche esporre meglio le sue convinzioni, senza però usare estremismi o fanatismi, mal tollerati dal sottoscritto (e non solo): questo spazio è dedicato ai Cristiani Cattolici come padre Andrè, che in Terra Santa aiuta i giovani a formarsi con valori sani, cercando di offrire loro migliori prospettive di vita ed insegnandogli che non è con la guerra che si ottiene la pace.
# 8 del 23/10/2008 01:04:26 di
Mauretta
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Caro Daniel ho letto i commenti fatti a riguardo del muro eretto dal popolo d'Israele e sono rimasta sconcertata a riscontrare certe oppinioni un po' troppo di parte. Io la vedo come te, in questa terra scelta da Dio, non ci sono vincitori, ma solo dei vinti, perché non si poò fare pace usando il pugno di ferro. Non hanno ragione i musulmani che si fanno saltare, credendo di guadagnare così il paradiso, ma non ha ragione nemmeno il popolo d'Israele a barricarsi dietro un muro; non si può ottenere la pace con la guerra, ma bensì con il dialogo, così ben vengano persone come padre André che aiutano i giovani a crescere con valori sani. Sono del parere anche, come l'ho già scritto a padre André, che il muro, anche se non fisico purtroppo lo hanno in comune diverse popolazioni, specialmente in Occidente, quindi anche in Italia; questo è il muro dell'indifferenza non meno nocivo del muro di Betlemme. Noi umani non sappiamo più amare il prossimo e ci chiudiamo nel nostro egoismo, credendo di essere perfetti, ma la perfezione sta solo in Dio. Quindi dovremmo tutti imparare ad amarci e a rispettarci l'un con l'altro, perchè è lì che sarà la nostra salvezza.
# 9 del 24/10/2008 11:36:26 di
Andrea
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L'8 dicembre 2003, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione ES-10/14 che domandava alla Corte Internazionale di Giustizia di emettere un parere consultivo sulla seguente questione: « Quali sono in via di diritto le conseguenze della costruzione del Muro che Israele, potenza occupante, è in procinto di costruire nel territorio palestinese occupato, al suo interno e intorno a Gerusalemme Est, secondo quanto esposto nel rapporto del Segretario Generale, tenendo conto delle regole e dei principi del diritto internazionale, in particolar modo della quarta Convenzione di Ginevra del 1949 e delle risoluzioni consacrate all'argomento da parte del Consiglio di Sicurezza e dell'Assemblea Generale? »
Il 9 luglio 2004, la Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia ha emesso il suo parere sulla questione che gli era stata sottoposta dall'Assemblea generale dell'ONU. Essa ha affermato nella sua risposta che: « L'edificazione del Muro che Israele, potenza occupante, è in procinto di costruire nel territorio palestinese occupato, ivi compreso l'interno e intorno a Gerusalemme Est, e il regime che gli è associato, sono contrari al diritto internazionale».
.........ogni commento risulta superfluo..........!!!
Andrea
# 10 del 26/01/2013 19:37:57 di
Adriano
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Caro Andrea è troppo semplicistico conckudere con un ... "ogni commento risulta superfluo" da sempre l’onu ( sctitto di proposito in piccolo ) ha usato due pesi e due misure nei confroni di Israele, oggi che l’onu è praticamente in mano agli arabi/musulmani ha sempre e solo gli occhi puntati su Israele è sufficiente guardare il nr. delle risoluzioni contro Israele rispetto a ben altri paesi.Ma tant’è, quindi a proposito dell’onu sono io che ti dico ... "ogni commento risulta superfluo" ... leggiti un pò cosa scrive la mogli di Enzo che vive in Israele : "Non per un pellegrinaggio in terra santa ma per aver vissuto sulla pelle cosa vuol dire stare a loro fianco. Sono felice di essere una cristiana italiana perchè, senza alcun interesse personale, senza nessun personalismo, posso a faccia alta dichiarare che non c’è al mondo uno stato con un livello di umanità più elevato di quello di Israele." ... basta con i luoghi comuni sempre e solo contro Israele.Guarda cosa stà sucedendo in Eurabia dove aramai i musulmani la stanno facendo da padroni, in inghilterra sono già attivi da alcuni anni tribunali islamici.Ad Anversa in Belgio il 40% dei bambini iscritti a scuola sono islamici e per il 2030 è previsto che gli islamici saranno la maggioranza ... ad Anversa nel mezzo dell’Europa non nel taghicistan .... meditate gente .. meditate quando nelle città europee anziche il suono delle campame si sentirà il muezin che chiama alla preghiera.
# 11 del 26/01/2013 19:42:18 di
Adriano
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@ Andrea
informati poi quanti sono nel mondo i muri di separazione (decine), ma tutti vedono solo questo costruito in Israele per difendersi dai kamikaze islamici, secondo te non aveva altro di meglio da fare con quei soldi il governo israeliano ????? se non fosse stato costretto a difendere i suoi cittadini ??
# 12 del 26/01/2013 22:49:34 di
Daniel
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@Adriano
a parte che hai "rispolverato" un articolo di 5 anni fa, comunque si stava parlando di Israele-Palestina: cosa c’entrano i musulmani o islamici nel resto del mondo?
Diamo ai palestinesi la Palestina e poi ne riparliamo
# 13 del 27/01/2013 08:22:11 di
Adriano
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@ Daniel
Caro Daniel a proposito della tanto citata (a sproposito) Palestina prova a rispondere almeno a qualcuna di queste domande poi se vuoi andiamo avanti.
Domande all’Unesco (o a chiunque altro creda nella "Palestina")
Cari amici, mi è arrivata una letterina diretta al direttore dell’Unesco, che però va bene anche per tutti quelli che sono così impazienti di "restituire" i "territori palestinesi" ai loro legittimi proprietari. Ve la riporto qui, con solo qualche piccola modifica, sperando che riusciate a diffonderla. A me l’Unesco non risponde, forse perché non sono abbastanza (fanta)scientifico, (dis)educativo, (in)colto.
Egregio Direttore dell’ UNESCO,
sarebbe così gentile da rispondere a qualche domanda? Se lei è così sicuro che la "Palestina" sia stata fondata molti secoli fa, ben prima della presenza degli ebrei e abbia lasciato tracce nella storia, beni culturali da conservare, eredità da difendere, certamente lei sarà in grado di rispondere alle seguenti domande:
- Quando è stata fondata e da chi?
- Quali erano i suoi confini?
- Qual era la sua capitale?
- Quali erano le sue città più importanti?
- Qual era la base della sua economia?
- Qual era la sua forma di governo?
- Può citare almeno un leader palestinese prima di Arafat e di Amin Al Husseini, il muftì di Gerusalemme amico di Hitler?
- La "palestina" è stata mai riconosciuta da un paese la cui esistenza a quel tempo non lascia spazio a discussioni?
Qual era la lingua parlata nello stato di Palestina prima degli ebrei?
Avevano un sistema politico? Il loro sovrano portava un titolo? C’era un parlamento o un consiglio? Hanno combattutto delle battaglie?
C’è un qualche libro palestinese prima del Novecento? Può nominare uno scrittore palestinese, un pittore, uno scultore, un musicista, un architetto palestinese prima di tale data?
Esiste un piatto tipico palestinese, che lei sappia? Un costume caratteristico?
Che religione aveva la Palestina prima di Maometto?
Qual era il nome della sua moneta? Ne esistono degli esemplari in qualche museo?
Scelga pure una data nel passato anche recente e ci dica: qual era il tasso di cambio della moneta palestinese nei confronti del dollaro, yen, franco, ecc.?
Poiché questo paese oggi non esiste, può spiegare la ragione per cui ha cessato di esistere? E può specificarne la data di estinzione?
Se la sua organizzazione piange per il destino dei poveri palestinesi "occupati", mi può dire quando questo paese era orgoglioso e indipendente?
Se le persone che, a torto o a ragione, chiamate palestinesi non sono solo una collezione di immigrati dai paesi arabi e se davvero hanno una identità definita etnica che assicura il diritto di autodeterminazione, mi sa spiegare perché non hanno cercato di essere indipendenti dai paesi arabi prima della devastante sconfitta nella Guerra dei Sei Giorni? Perché datano l’"occupazione" dal ’67, se prima i "territori palestinesi" erano governati da stati "non palestinesi" come l’Egitto e la Giordania?
Le ho fatto tante domande, mi auguro che potrà rispondere almeno a qualcuna. Finisco solo con una nota: spero che lei non confonda i palestinesi con i Filistei, che erano una popolazione marittima di lingua indeoeuropea (i popoli del mare) che fecero un’invasione in terra d’Israele, come anche in Egitto e nell’attuale Libano verso il nono secolo a.C. Il solo rapporto è l’invenzione romana che dopo la distruzione del Tempio, nel I secolo, ribattezzò quelle terre per spregio con il nome di un antico nemico dei ribelli ebrei. L’etimologia non è storia.
Domande interessanti, non trovate? Diffondetele, vediamo se qualcuno risponde. Magari proprio all’Unesco, dove sono così colti.
# 14 del 27/01/2013 11:56:05 di
Daniel
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Che discorsi qualunquisti!! Che arrampicate sugli specchi!! E ti meravigli che l’ONU (o Unesco) non risponda?? Posso risponderti io?? Anzi, lo potresti fare tu stesso: sostituisci Palestina/palestinesi con Italia/italiani e se sei almeno un po’ coerente, dovresti ammettere che certe argomentazioni sono quanto meno da definirsi esclusivamente di parte e di comodo.
Se la mia opinione non ti interessa, forse allora dovresti ascoltare il punto di vista di una parte degli ebrei, perchè guarda caso, non tutti la pensano alla stessa maniera:
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