Il senatore Giuseppe Esposito racconta l’incontro con Vicka
Era venuta a Roma per sottoporsi a una visita medica. Poi è stata invitata dal senatore Giuseppe Esposito (nella foto, a sinistra, con Vicka e con l’on. Piscitelli) ad assistere a una seduta di Palazzo Madama e qualcuno l’ha riconosciuta.
La familiarità di
Vicka Ivankovic
, una dei sei veggenti di Medjugorje, con il senatore Esposito, che lei chiama affettuosamente Peppino, ha rivelato un lato sconosciuto del vicepresidente del Copasir, maturato in quella che lui chiama una «
conversione
dura». Uno stato di grazia prepotente in cui centinaia di migliaia di persone si sono trovate immerse in seguito a un viaggio a Medjugorje, la località serba (dell’Erzegovina, ndr) che da più di trent’anni attrae fedeli e curiosi.
Lì, infatti, nel 1981 iniziarono le prime apparizioni della Regina della Pace, di cui raccontano i sei giovani - oggi sposati e con figli - diventati mediatori dei messaggi celesti. Il senatore Esposito parla con un misto di fervore e di timore di quanto anche a lui è successo da un anno a questa parte. Teme, infatti, che lo si identifichi come una nuova “star di Medjugorje” e chiarisce subito: «Se ho accettato di raccontare il mio cammino è per dare testimonianza del senso che la vita dovrebbe avere per tutti».
Cioè?
«Guardi, il fatto che non si abbia nella nostra giornata una mezz’ora per Dio, ma che la si trovi per fare jogging non è naturale. Prima ero anch’io così, anzi di più».
Prima quando?
«Fino a un anno e mezzo fa. Ma è stata una dura battaglia, tra i privilegi che ero sempre preoccupato di assicurare alla mia vita e il ritmo che oggi ho abbracciato con gioia».
Privilegi? Ritmi?
«Per cinquant’anni ho vissuto con la convinzione che fosse importante fare soldi, avere compagnie prestigiose, essere affascinante, “piacione”. Poi ho capito che alla fine della vita bisogna piacere solo a Gesù e a Dio. E mi auguro che con l’intercessione di Maria possa riuscirci. Il ritmo? Fino a un anno e mezzo fa la mia giornata non aveva pause, affogavo in mille appuntamenti in un giorno. Oggi il mio tempo è cadenzato da Radio Maria, dalla preghiera che mi accompagna dalla mattina alla sera. Vado a messa tutti i giorni, prego il Rosario, le lodi: è il ritmo che dà la Chiesa».
Effetto Medjugorje?
«A Medjugorje ero stato tante volte, ma come in un pellegrinaggio turistico. La prima volta fu nel ‘93 a cui è seguito un lungo periodo di allontanamento da tutto... Nel 2005 è cominciato per me un percorso stranissimo, partito da un viaggio a Lourdes, proseguito con il cammino di Santiago de Compostela e successivamente a Fatima. Infine, sono approdato a Medjugorje dove padre Danko, viceparroco della Chiesa locale, un uomo di un metro e novanta e di 120 chili, mi chiese: che cosa sei venuto a fare? A vedere i veggenti?».
Era andato lì per questo?
«Le prime volte, lo ammetto... come tutti. Ma sono tornato senza quel “segno” di cui spesso si sente raccontare: il sole che ruota, un miracolo di guarigione davanti ai miei occhi, fenomeni di possessione placati. Poi ho capito che non era il “segno” la cosa più importante da vivere e allora Medjugorje ha assunto un significato».
Quale?
«Per me è stato: riprendere il gusto della preghiera, la grande confessione e la serenità che mi ha invaso il cuore. Ho cominciato a vivere la spiritualità del posto che accende la spiritualità dentro l’anima, dove trovano sede Cristo e la Madonna. Quindi ho capito che fare del bene non significa dare mille euro al primo che passa, ma aiutare suor Cornelia a lavare uno dei suoi bambini. Significa dedicare un’ora a un anziano solo. E poi testimoniare con la preghiera davanti al Santissimo. E, oggi, posso testimoniare, anche, che nell’abbraccio di Vicka passa la pace che la Madonna trasmette durante l’apparizione».
Vicka è la veggente di Medjugorje che continua a ricevere ogni giorno l’apparizione della Madonna. Un mese e mezzo fa è stata a Palazzo Madama, come mai?
«Era venuta a Roma per una visita medica e pensava di dover restare un altro giorno, invece ha concluso in anticipo, ma l’aereo per Sarajevo poteva riprenderlo solo ventiquattr’ore dopo. Quindi, insieme con il senatore Salvatore Piscitelli, le abbiamo chiesto se le andava di restare a pranzo con noi e, dopo, di venire a vedere dove lavoriamo. Così ha assistito a una parte della seduta al Senato».
E qual è stato il suo commento?
«Beh, ha detto che non ci ha capito granché. Allora le abbiamo chiesto di pregare per la serenità di tutti noi. E in serata siamo stati a messa insieme con altri deputati».
Lei i veggenti li ha conosciuti tutti?
«Dopo la mia
conversione
sono stato a Medjugorje molte volte. Ho trascorso la vigilia di Natale dello scorso anno a casa di
Marija Pavlovic
e il capodanno con
Vicka Ivankovic
. Ho incontrato anche tanta altra gente e i loro figli. Mi ha affascinato constatare che vivono tutti una vita normale. Cioè, nelle apparizioni del passato i veggenti hanno scelto la vita monastica. Ma a Medjugorje è accaduta una cosa nuova, i ragazzi, che hanno parlato e che tutt’ora parlano con la Madonna, hanno continuato a vivere in famiglia, creandone una propria. Ed è significativo che Papa
Giovanni Paolo II
, nel suo pontificato, abbia beatificato una coppia di coniugi. È un riconoscimento di come ci si possa santificare vivendo il cristianesimo nel nostro quotidiano».
Mi dica, allora, come vive la sua famiglia il trasporto di fede che oggi testimonia?
«I miei figli osservano. All’inizio lo hanno fatto con diffidenza, oggi sanno che io ho i miei tempi per la preghiera, la messa, il Rosario, la lettura. Mi guardano ancora con sospetto, forse come guardavo io mio nonno. Avranno il loro percorso... e confido nel fatto che troveranno la strada per la Verità. Mia moglie torna con piacere a Medjugorje, anche se non posso dire che sia coinvolta quanto me».
Ha conosciuto anche Paolo Brosio?
«Sì. Ho visto un paio di volte
Claudia Koll
, so della
conversione
di Ania Goledzinowska, la violinista».
L’ex modella polacca che ad Arcore uscì dalla torta per Berlusconi per festeggiare il suo 72esimo compleanno?
«Lo fece suonando il violino. Oggi suona in un convento a Medjugorje, durante le funzioni religiose, indossando una lunga tunica bianca. Ha abbandonato il passato per dare testimonianza della fede ritrovata».
Insomma, com’è accaduto a lei?
«Ma io preferisco tenere un profilo basso».
fonte: www.ilroma.net