Incontro con Ivan a Monforte
«Volevo fare il calciatore, poi l’incontro con Maria» così il veggente Ivan intervistato dal giornale L’Arena dopo l’incontro di preghiera a Monforte.
Ivan, una carriera da calciatore rimpiazzata da una corona del Rosario e la missione da «portavoce» della Madonna. Gli strappi un sorriso quando gli chiedi cosa avrebbe voluto fare da grande: «Il calciatore», dice, «ma forse la Madonna ha ritenuto più giusto non farmi far danni sui campi».
È una versione inedita di
Ivan Dragicevic
, uno dei veggenti di Medjugorje. Ivan gira con una valigia bonsai con gli effetti personali e un valigione di libri per la preghiera e la meditazione. Ha lo sguardo spesso rivolto al cielo: uno sguardo serio, staccato dalle «cose del mondo». E così, fargli ammettere che tifa Milan è quasi una notizia.
Quando arriva in canonica, dalla piazza riecheggiano i canti che intermezzano le decine del rosario di accoglienza, la prima delle tre corone della maratona di preghiera.
Ivan Dragicevic
è un ragazzone di 47 anni che gira il mondo, cinquemila chiese in 23 anni, per portare il messaggio mariano ai giovani, alle famiglie, ai sacerdoti. E per raccogliere, con i fedeli, le preghiere loro dedicate. Completo blu, camicia azzurra, cravatta a righe, mocassini: un rosario di legno attorcigliato tra palmo e polso destro. C’è con lui Krizan Brekalo, amico, responsabile dei gruppi di preghiera, interprete. Con loro Giulio Saraconi, il veronese che li ospita a casa sua.
Vita da veggente: «Non avrei la minima forza per fare ciò che faccio senza la carica quotidiana che mi dà la Madonna. È lei che mi dà istruzioni quotidiane su cosa fare e come farlo: io so che oggi sono qui per l’evangelizzazione della Chiesa e dei giovani». Perché Monteforte? «È stata la risposta alle richieste di alcuni sacerdoti attraverso il signor Saraconi. Per me è un onore e una gioia», risponde. La data della maratona di preghiera coincide con quel 15 settembre 1981 che spiegò al mondo perché la Vergine avesse scelto Medjugorje: ai veggenti la Kralica Mira (Regina della Pace, il titolo con cui si è presentata al mondo) spiegò che lì, nella piccola parrocchia della Bosnia Erzegovina, c’era ancora un po’ di fede. «Non bado alle date. C’è stata una richiesta del Signore e io ho risposto», dice Ivan.
A Monteforte è arrivato accompagnato dalle voci, smentite dal parroco don Alessandro Bonetti, su un suo presunto compenso: «Obbedisco alla Mamma Celeste che esige incontri spirituali, tutto pulito, nessun interesse. Sarei incoerente». Già, ma che lavoro fa un veggente, o meglio, come si mantiene? «Con mio fratello ho una pensione a Medjugorje», dice. Una grossa mano la danno i suoceri statunitensi e inoltre Dragicevic riceve un rimborso spese per i viaggi. Dall’Italia arrivano ogni anno 1.500 richieste: i luoghi però vengono selezionati tenendo conto della capacità di accogliere un grande afflusso di pellegrini in sicurezza. Caratteristiche che Monteforte ha. Ivan lo ribadisce: «Questo è un incontro spirituale, occasione di rinnovamento».
Schivo, riservato, timido: Ivan è sposato, vive sei mesi all’anno negli Stati Uniti con i suoceri, la moglie e i quattro figli. Mentre è negli Usa rimane per 20 giorni in famiglia e per altri 10 viaggia. A Medjugorje va da maggio a ottobre, dove viene raggiunto dalla famiglia per 40 giorni, quando le scuole chiudono. «Mi mancano i miei figli quando sono solo. Desidero quello che la Madonna dice: lo vivo e lo trasmetto anche nella mia famiglia. La mia missione, però, non sarebbe così se non avessi il supporto della famiglia, che è un sacramento».
Come sono cambiati i messaggi mariani in questi trent’anni? «Non si prega abbastanza in famiglia, non si condivide, non si trasmette l’educazione cristiana ai figli, non si danno i fondamenti. Non basta la messa alla domenica e poi sei giorni da atei. L’obiezione del tempo che non c’è non regge: la Madonna dice che per le cose che si amano il tempo si trova. Oggi manca il vero amore, il grande dono che genera vita. Tutto gira attorno a questo. La vera preoccupazione della Madonna sono i giovani, senza fondamenti e questo è il suo messaggio: la possibilità di riempire il vuoto di valori del mondo».
P.D.C. - fonte: www.larena.it
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