Coma sconfitto grazie all’amore: Max parla dopo 18 anni
Ha ricominciato a rivivere dopo dieci anni di coma, Massimiliano Tresoldi. Poi, dopo altri otto anni, ha ripreso a parlare e qualche mese fa, a
Lourdes
si è alzato, sia pure per qualche minuto, dalla sua sedia a rotelle.
Un caso quasi unico al mondo, non solo per l’incredibile risveglio, ma per la straordinaria «terapia» che lo ha reso possibile: l’amore. L’amore della madre, Lucrezia Povia, nata Bisceglie nel 1948 e trasferitasi con la famiglia a Carugate, in provincia di Milano, nei primi anni sessanta, che da vent’anni accompagna il figlio Max a cercare di farlo tornare normale.
Aveva vent’anni Max quando il 15 agosto del 1991 entra in stato vegetativo a seguito di un incidente automobilistico. Un grande sonno da cui, dicono i medici, non si sveglierà mai più. Convincono tutti, i medici; non una biscegliese di ferro come mamma Ezia che in questa sua «missione» trascina il marito Ernesto, brianzolo doc, e gli altri due figli, Barbara e Gabriele, in un’odissea tragica da un ospedale all’altro mentre il ragazzo vegeta, ignaro della vita che scorre intorno a lui.
Ha avuto ragione a non crederci, Lucrezia Povia che dopo il risveglio del suo ragazzone, ha intrapreso un’altra missione: far conoscere alla gente l’importanza della cura dell’amore e dimostrare che la vita e bella anche da seduti. Com’è il caso di Max, che Lucrezia Tresoldi ha racchiuso nel bel libro «E adesso vado al Max!», scritto con due giornalisti, Lucia Bellaspiga e Pino Ciociola per raccontare come combattere e vincere una grande, buona battaglia in occasione dei quarant’anni del suo Max che dopo 18 anni di silenzio, si risveglia e chiede «mamma, voglio il caffè».
Un’esperienza incredibile quella di Ezia Tresoldi che ha voluto condividere con le persone che hanno aiuto Max a risvegliarsi, poi a parlare e adesso forse a camminare. Un ventennio di solidarietà che ha coinvolto familiari e amici, medici e paramedici, amici e amiche di Max, sacerdoti e gli amministratori di Carugate ma anche Bruno Conti e Francesco Totti, giocatori della squadra di cui tifava Max e che più volte lo hanno visitato a casa sua.
Questa esperienza adesso approda in Puglia, per iniziativa di due pugliesi che vivono a Milano, Paolo Mastrodonato e Antonio Lisco, il primo originario proprio di Bisceglie. Che hanno organizzato la presentazione del libro di Lucrezia Povia Tresoldi il 16 novembre a Bisceglie presso la sala consiliare con la partecipazione del sindaco Francesco Spina, del presidente del Centro studi biscegliese Tommaso Fontana, dell’arciprete don Franco Di Liddo e del parroco don Mauro Camero. Preceduto, però, il giorno prima, dalla testimonianza di Lucrezia Tresoldi, nel teatro comunale di Polignano a Mare con il sindaco Domenico Vitto, l’assessore comunale Lucia Brescia, Onofrio Torres, don Gaetano Luca e il vescovo di Monopoli.
di MICHELE PIZZILLO - www.lagazzettadelmezzogiorno.it