Il quarto comandamento secondo Giacomo Poretti
Il noto comico del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, racconta a suo modo i dieci
comandamenti
, rapportandoli alla vita di oggi.
Un dibattito molto attuale è quello sui nomi dei
genitori
. Le cronache di questi giorni, raccontano già numerosi casi in cui istituti scolastici hanno sostituito i termini
papà e
mamma con
genitore 1 e
2.
Ci sono però
genitori
a cui la cosa non piace, come la signora
Barbara Bianchi che, dovendo firmare un documento scolastico, ha cancellato la scritta "genitore 1" correggendola con "mamma", ricevendo il consenso di moltissime persone.
Ecco come Giacomo Poretti
, nella sua rubrica della rivista Popoli in cui rivisita i comandamenti
, descrive questa situazione particolare:
A un certo punto l’essere umano ha cominciato a parlare e a dare nomi alle cose e agli oggetti, così che tutti intendessero la stessa cosa e non succedessero guai. Infatti poteva capitare che un marito desiderasse un risotto per cena, ma lo chiedeva con un grugnito inarticolato, così che la moglie capiva minestrina in brodo: quando portava in tavola la brodaglia il marito spaccava tutto con la clava. Oppure magari c’era un dinosauro dietro a un cavernicolo e il suo amico con frasi sconnesse cercava di farlo scappare, al che quell’altro gli ripeteva: «Ma perché non ti applichi nella grammatica?». Alla fine veniva inghiottito da un Triceratopo.
Così, dopo tutti questi equivoci spiacevoli, gli umani hanno deciso di chiamare le cose con i loro nomi. Per esempio, fin dal principio, «zanzara» era quell’animale fastidioso che tutti cercavano di sfracellare contro le pareti della caverna senza riuscirci. «Flatulenza» era il fuggi fuggi che accadeva nella caverna quando qualcuno mangiava il Tirannosauro rex cucinato in fricassea con purea di castagne. O, ancora, con la parola «papà» si definiva il genitore maschio e «mamma» la genitrice femmina, e questo da molto molto prima che Charlton Heston, il mitico Mosè nel film I dieci comandamenti
, scendesse dal Sinai con le Tavole della Legge.
Oggi, in un Paese vicino al nostro, giusto per svecchiare la lingua e i concetti, il papà e la mamma si è deciso di rinominarli «genitore 1» e «genitore 2». Resta da definire se il maschio indosserà la maglietta numero 1, o se invece verrà attribuita alla femmina; ancora più complessa è la vicenda di quando i genitori
saranno entrambi maschi o entrambi femmine: forse si deciderà ai rigori o, più democraticamente, 6 mesi a testa, come per la presidenza Ue.
Abolite, perché sorpassate, la festa della mamma e del papà, al loro posto verranno istituite la «festa del genitore 1», che verrà celebrata il 2 novembre al posto dei morti che fa un po’ tristezza, e la «festa del genitore 2» il 25 aprile, al posto dell’inutile «festa della liberazione». I primi anni potrà capitare che i bambini sbaglieranno e regaleranno una cravatta al genitore femmina e un paio di orecchini al genitore maschio, ma dopo qualche decennio di assestamento i bambini, per non sbagliare, regaleranno in entrambe le occasioni una trousse di trucchi.
E i nonni, se non verranno aboliti, come li chiameremo? «Colei che vizia 1» e «Colui che porta sempre i regali 2»? Io, che non ho studiato le lingue, continuerò a parlare la lingua delle caverne e a onorare gli unici mamma e papà che conosco.
PS: non posso che condividere pienamente la considerazione finale di Giacomo: e voi?
# 1 del 08/03/2014 13:45:48 di
Bianca Maria Brayda
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Condivido pienamente anche io! Penso che noi cristiani dovremmo far sentire la nostra voce e sottolineare il nostro dissenso, magari anche con delle battute comiche: CASTIGAT RIDENDO MORES! Bravo Giacomo, che Dio benedica sia te che il curatore del sito che ci mette al corrente di tante cose importanti.