La Croce del Krizevac e i martiri di Siroki Brijeg
“Era una domenica mattina. Verso le otto e mezzo, un uomo bussa alla porta della canonica e mi invita ad uscire. Migliaia di persone guardano verso la
croce
del
Krizevac
. Era una giornata serena. Al posto della
croce
si vedeva la Madonna avvolta dalla luce."
"In seguito si è rivista la
croce
e dal braccio sinistro, si può dire dal Cuore di Cristo, abbiamo visto uscire un messaggio scritto nel cielo in lettere ardenti di fuoco: MIR, ripetuto tre volte. Poi queste parole, come un fiume, sono scese verso la chiesa e verso di noi. Allora mi sono detto - Questo è l’inizio della fine del mondo – Sbagliavo! Con l’esperienza di oggi, direi – Questo è l’inizio del nuovo mondo cristiano del terzo millennio –“.
Racconta così Padre
Jozo Zovko
, l’episodio del segno di luce, messaggero di Pace scaturito dalla bianca
croce
del
Krizevac
, pochi giorni dall’inizio delle apparizioni della Gospa. Dalla parte della
croce
, quella rivolta verso Medjugorje, sono state incise queste parole “A Gesù, redentore dell’umanità, in segno di fede, amore e speranza, fecero erigere i parrocchiani della parrocchia di Medjugorje ed il parroco
Bernardin Smoljan
". Dalla parte opposta leggiamo due date : “33 - 1933”.
Il periodo che va dalla Pasqua del 1933, alla Pasqua del 1934, era stato proclamato “Anno Santo Straordinario”. La prima S. Messa ai piedi della bianca Croce viene celebrata il 16 marzo 1934. Cinquant’anni dopo, l’11 febbraio 1984, San Giovanni Paolo II scrive la Lettera “Salvifici doloris” imperniata sulla Croce: «Nella Croce di Cristo non solo si è compiuta la redenzione mediante la sofferenza, ma anche la stessa sofferenza umana è stata redenta (…) Cristo ci fa entrare nel mistero e ci fa scoprire il perché della sofferenza rispondendo dalla Croce. Tuttavia, a volte c'è bisogno “di un lungo tempo, perché questa risposta cominci ad essere … percepibile”. La sua risposta è innanzitutto una chiamata: “Cristo non spiega in astratto le ragioni della sofferenza, ma prima di tutto dice: "Seguimi!. Vieni! prendi parte con la tua sofferenza a quest'opera di salvezza del mondo, che si compie per mezzo della mia sofferenza! Per mezzo della mia Croce." Man mano che l'uomo prende la sua
croce
, unendosi spiritualmente alla Croce di Cristo, si rivela davanti a lui il senso salvifico della sofferenza … E allora l'uomo trova nella sua sofferenza la pace interiore e perfino la gioia spirituale».
Dalla costruzione della Croce alle apparizioni, c’è stato bisogno “di un lungo tempo, perché questa risposta cominciasse ad essere percepibile” : un lungo tempo segnato dal sangue dei Martiri francescani. Il colore bianco di questa Croce, rammenta la bianca veste del Papa. In essa, c’è una fisicità “attraente”; è l’attrazione potente dello Spirito Santo che chiama tanti pellegrini feriti nel corpo e nello spirito. Come sotto la bianca veste del Papa, scorre sangue che irrora il cuore e la mente di tanti fedeli, così sotto la bianca Croce scorre il sangue dei Martiri francescani che irrora il cuore e la mente di tanti “Cari figli” che la Gospa chiama, con amore tenero, per ricevere grandi grazie.
E’ l’attrazione potente dello Spirito Santo che ha illuminato il cuore e ispirato la mente di Padre Bernardin a costruire questa Croce che, come dice la Regina della Pace “faceva parte del disegno di Dio quando voi l’avete costruita”. Chi può aver dato il coraggio ad un povero parroco di una parrocchia desolatamente povera, senza mezzi e senza braccia forti, di chiedere a quei suoi parrocchiani uno sforzo che va oltre l’umano? Immagino la lunga preghiera di discernimento di Padre Bernardin; preghiera del cuore allo Spirito Santo per comprendere se quella “sua” idea non fosse dettata da un “IO” orgoglioso e voglioso di rimanere nel tempo a memore ricordo. Lunga e sofferta preghiera, fino a captare, in un religioso silenzio, la voce che da quella Croce gli diceva: “Seguimi!. Vieni! prendi parte con la tua sofferenza a quest'opera di salvezza del mondo, che si compie per mezzo della mia sofferenza! Per mezzo della mia Croce”.
Se troviamo Padre Bernardin Parroco di Medjugorje nel 1934 a rispondere al disegno di Dio nel costruire la bianca Croce, allo stesso modo lo troviamo 11 anni dopo a Mostar. Una settimana dopo l’uccisione dei 30 Martiri di
Siroki Brijeg
, il 14 febbario 1945 si ripete la diabolica incursione dei partigiani di Tito nel Monastero di Mostar. Sette frati, fra i quali il nostro Fra Bernardin, impavidi nella fede, certi nella speranza, ricolmi di carità, rispondono alla chiamata “Seguimi! Vieni”.
La Madonna, oltre a scegliere la Parrocchia, a Medjugorje ha scelto i suoi Parroci per rendere tangibile ed attuare il disegno di Dio che viene dalla bianca Croce. Oltre a Padre Berdardin, Maria ha scelto Padre Jozo anch’egli destinato ad un martirio del tutto particolare: incruento, silenzioso e nascosto che lascia intravedere come “Man mano che l'uomo prende la sua
croce
, unendosi spiritualmente alla Croce di Cristo, si rivela davanti a lui il senso salvifico della sofferenza”.
La Madre ci dice “Recatevi sul monte (
Krizevac
) e pregate davanti alla
croce
. Le vostre preghiere mi sono necessarie”. Salendo sul
Krizevac
incontriamo Maria che accarezza Gesù (4^ stazione). Con quel gesto d’amore, la Vergine santa, accarezza ciascuno di noi. Rivediamo la Madre ai piedi della Croce (12^ stazione). “Donna ecco il tuo figlio”: l’Addolorata è sempre ai piedi delle croci dei suoi Cari figli. Le nostre preghiere sono necessarie alla Regina della Pace per accarezzare chi ancora non conosce l’amore di Dio; per dare conforto a chi porta la Croce. E allora l'uomo trova nella sua sofferenza la pace interiore e perfino la gioia spirituale.
Note: nella foto di copertina, oltre a Marinko e fra Jozo, Draga Ivankovic: fu lei ad annunciare a padre Jozo che "Da tre sere appare la Madonna".