Laudato sì Enciclica francescana di Papa Francesco
“Laudato sì, sulla cura della casa comune” è l'
Enciclica
di Papa
Francesco
che tratta argomenti quali l'
ambiente
, l'economia, aspetti sociali e sul progresso scientifico e tecnologico.
«La casa comune» è la nostra Terra, il pianeta che ci ospita e che dobbiamo rispettare per le generazioni future, ma anche per la nostra dignità. I temi vengono trattati in maniera approfondita, entrando nello specifico dei singoli problemi. L’
Enciclica
si articola in sei capitoli, la cui successione delinea un percorso preciso.
Il punto di partenza è costituito da un ascolto spirituale dei migliori risultati scientifici oggi disponibili in materia ambientale, per «lasciarcene toccare in profondità e dare una base di concretezza al percorso etico e spirituale che segue». Il passo successivo nel percorso dell’
Enciclica
(cap. II), affronta l’intimo legame tra tutti gli esseri viventi e la creazione.
Ecco un passaggio cruciale a proposito della "proprietà privata", concetto storpiato da
ilGiornale 
, visto che non si parla affatto di volerla "cancellare", ma viene auspicata la possibilità di utilizzarla al meglio, a buon uso per tutti:
Il principio della subordinazione della proprietà privata alla destinazione universale dei beni e, perciò, il diritto universale al loro uso, è una "regola d'oro" del comportamento sociale, e il «primo principio di tutto l'ordinamento etico-sociale (Giovanni Paolo II, Lett. enc. Laborem exercens - 14 settembre 1981)». La tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto o intoccabile il diritto alla proprietà privata, e ha messo in risalto la funzione sociale di qualunque forma di proprietà privata. San Giovanni Paolo II ha ricordato con molta enfasi questa dottrina, dicendo che «Dio ha dato la terra a tutto il genere umano, perché essa sostenti tutti i suoi membri, senza escludere né privilegiare nessuno». […] Con grande chiarezza ha spiegato che «la Chiesa difende sì il legittimo diritto alla proprietà privata, ma insegna anche con non minor chiarezza che su ogni proprietà privata grava sempre un'ipoteca sociale, perché i beni servano alla destinazione generale che Dio ha loro dato (discorso agli indigeni e ai campesinos del Messico, Cuilapán, 29 gennaio 1979)». Pertanto afferma che «non è secondo il disegno di Dio gestire questo dono in modo tale che i suoi benefici siano a vantaggio soltanto di alcuni pochi (Omelia nella Messa celebrata per gli agricoltori a Recife, Brasile, 7 luglio 1980)» […] L'ambiente
è un bene collettivo, patrimonio di tutta l'umanità e responsabilità di tutti. Chi ne possiede una parte è solo per amministrarla a beneficio di tutti. Se non lo facciamo, ci carichiamo sulla coscienza il peso di negare l'esistenza degli altri.
L’analisi si occupa poi (cap. III) delle «radici della situazione attuale, in modo da coglierne non solo i sintomi ma anche le cause più profonde», in un dialogo con la filosofia e le scienze umane:
Non è una questione di teorie economiche, che forse nessuno oggi osa difendere, bensì del loro insediamento nello sviluppo fattuale dell'economia. Coloro che non lo affermano con le parole lo sostengono con i fatti, quando non sembrano preoccuparsi per un giusto livello della produzione, una migliore distribuzione della ricchezza, una cura responsabile dell'ambiente
o i diritti delle generazioni future. Con il loro comportamento affermano che l'obiettivo della massimizzazione dei profitti è sufficiente. Il mercato da solo però non garantisce lo sviluppo umano integrale e l'inclusione sociale. […] Cercare solamente un rimedio tecnico per ogni problema ambientale che si presenta, significa isolare cose che nella realtà sono connesse, e nascondere i veri e più profondi problemi del sistema mondiale. […] Diventa difficile fermarci per recuperare la profondità della vita. Se l'architettura riflette lo spirito di un'epoca, le megastrutture e le case in serie esprimono lo spirito della tecnica globalizzata, in cui la permanente novità dei prodotti si unisce a una pesante noia. Non rassegniamoci a questo e non rinunciamo a farci domande sui fini e sul senso di ogni cosa. Diversamente, legittimeremo soltanto lo stato di fatto e avremo bisogno di più surrogati per sopportare il vuoto.
E sull'
antropocentrismo moderno, viene detto:
Quando non si riconosce nella realtà stessa l'importanza di un povero, di un embrione umano, di una persona con disabilità – per fare solo alcuni esempi –, difficilmente si sapranno ascoltare le grida della natura
stessa. Tutto è connesso. Se l'essere umano si dichiara autonomo dalla realtà e si costituisce dominatore assoluto, la stessa base della sua esistenza si sgretola, perché «Invece di svolgere il suo ruolo di collaboratore di Dio nell'opera della creazione, l'uomo si sostituisce a Dio e così finisce col provocare la ribellione della natura
(Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 1 maggio 1991)». […] Quando la persona umana viene considerata solo un essere in più tra gli altri, che deriva da un gioco del caso o da un determinismo fisico, «si corre il rischio che si affievolisca nelle persone la coscienza della responsabilità» (Benedetto XVI, messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2010)
"È difficile emettere un giudizio generale sullo sviluppo di organismi geneticamente modificati" (
OGM) - continua Papa
Francesco
-
D'altro canto, è preoccupante il fatto che alcuni movimenti ecologisti difendano l'integrità dell'ambiente
, e con ragione reclamino dei limiti alla ricerca scientifica, mentre a volte non applicano questi medesimi princìpi alla vita umana. Spesso si giustifica che si oltrepassino tutti i limiti quando si fanno esperimenti con embrioni umani vivi. Si dimentica che il valore inalienabile di un essere umano va molto oltre il grado del suo sviluppo.
Vengono toccati aspetti anche riguardanti l'
ecologia della vita quotidiana:
Per esempio, in alcuni luoghi, dove le facciate degli edifici sono molto deteriorate, vi sono persone che curano con molta dignità l'interno delle loro abitazioni, o si sentono a loro agio per la cordialità e l'amicizia della gente. La vita sociale positiva e benefica degli abitanti diffonde luce in un ambiente
a prima vista invivibile. A volte è encomiabile l'ecologia umana che riescono a sviluppare i poveri in mezzo a tante limitazioni. La sensazione di soffocamento prodotta dalle agglomerazioni residenziali e dagli spazi ad alta densità abitativa, viene contrastata se si sviluppano relazioni umane di vicinanza e calore, se si creano comunità, se i limiti ambientali sono compensati nell'interiorità di ciascuna persona, che si sente inserita in una rete di comunione e di appartenenza. In tal modo, qualsiasi luogo smette di essere un inferno e diventa il contesto di una vita degna.
L'obiettivo è quello di elaborare il profilo di un'ecologia integrale (cap. IV) che, nelle sue diverse dimensioni, comprenda «il posto specifico che l'essere umano occupa in questo mondo e le sue relazioni con la realtà che lo circonda», nelle diverse dimensioni della nostra vita, nell'economia e nella politica, nelle diverse culture, in particolare in quelle più minacciate, e finanche in ogni momento della nostra vita quotidiana.
Su questa base il cap. V affronta la domanda su che cosa possiamo e dobbiamo fare, e propone una serie di prospettive di rinnovamento della politica internazionale, nazionale e locale, dei processi decisionali in ambito pubblico e imprenditoriale, del rapporto tra politica ed economia e di quello tra religioni e scienze.
Per Papa
Francesco
è indispensabile che la costruzione di cammini concreti non venga affrontata in modo ideologico, superficiale o riduzionista. Per questo è indispensabile il dialogo, un termine presente nel titolo di ogni sezione di questo capitolo: «Ci sono discussioni, su questioni relative all'
ambiente
, nelle quali è difficile raggiungere un consenso. […] La Chiesa non pretende di definire le questioni scientifiche, né di sostituirsi alla politica, ma [io] invito a un dibattito onesto e trasparente, perché le necessità particolari o le ideologie non ledano il bene comune» (n. 188).
Infine, sulla base della convinzione che «ogni cambiamento ha bisogno di motivazioni e di un cammino educativo», il cap. VI propone «alcune linee di maturazione umana ispirate al tesoro dell'esperienza spirituale cristiana». In questa linea l'
Enciclica
si chiude offrendo il testo di due preghiere: la prima da condividere con i credenti di altre religioni e la seconda con i cristiani, riprendendo l'atteggiamento di contemplazione orante con cui si era aperta.
L'umanità, nel suo rapporto con l'
ambiente
, si trova di fronte a sfide cruciali, che richiedono anche l'elaborazione di politiche adeguate, che peraltro figurano nell'agenda internazionale. Certamente la Laudato sì potrà e dovrà avere un impatto su questi processi. Tuttavia anche un rapido esame del suo contenuti, come quello che ho appena delineato, mostra che essa ha una
natura
magisteriale, pastorale e spirituale, la cui portata, ampiezza e profondità non possono essere ridotte all'ambito delle sole politiche ambientali.
Ecco la versione ufficiale e completa dell'
Enciclica
"
Laudado sì, sulla cura della casa comune 
", in formato pdf.
Nel video, il servizio CTV sulla conferenza stampa di presentazione tenutasi questa mattina: