Padre Jozo: dal Tabor al Getsemani
Era un caloroso e luminoso giorno quel 6 agosto 1967 quando il 26enne Padre
Jozo Zovko
celebrò la sua prima S. Messa. E’ la solennità della
Trasfigurazione
di Gesù e Padre Jozo vive la sua
Trasfigurazione
nel suo paese nativo: Usarici.
La processione partì dalla casa di famiglia e, durante il tragitto, i pochi abitanti, ma soprattutto bambini salutavano festosi il giovane frate.
Padre Jozo, viene “relegato” a Medjugorje nell’ottobre del 1980 quando, qualche mese dopo, 24 giugno 1981, iniziano le apparizioni, Padre Jozo non credeva, non poteva credere: temeva ad una messa in scena del Regime. Ma la Madonna non lascia mai i suoi “Cari Figli” nel dubbio e nell’angoscia.
Così, la Regina della Pace, appare al “Suo Parroco” scelto per il Suo piano e lo invita alla “Preghiera del cuore”. Questo desiderava Padre Jozo: poter rispondere alla chiamata della “Gospa”. L’Apparizione della Madonna rappresenta la seconda “
Trasfigurazione
” per lui dopo l’Ordinazione sacerdotale di 14 anni prima.
Dal
Tabor
si deve scendere. I testi dell’ufficiatura della festa della
Trasfigurazione
accostano questo mistero della vita di Cristo, di cui furono testimoni i tre discepoli dal Signore portati con lui sul
Tabor
, all’episodio del
Getsemani
: anche lì infatti erano presenti Pietro, Giacomo e Giovanni.
Così, anche per Padre Jozo, il 17 agosto 1981 inizia il
Getsemani
con l’arresto e il carcere. Era un lunedì e la sofferenza di Padre Jozo inizia con il dover deporre il saio e vestire abiti civili.Ogni anno, nella nottata che dal 5 agosto, compleanno della Madonna, ci traghetta al 6 agosto, migliaia di giovani salgono sul Krizevac per concludere, con la S. Messa alle 5 del mattino, il Festival dei Giovani.
Era Padre Jozo a concludere le testimonianze al Festival e, nell’ultimo suo intervento del 5 agosto 2007 disse: ““Questa notte quando salirete sul Krizevac, i vostri piedi poggeranno sulla pietra lucidata da milioni di altri che sono passati prima di voi. Questa notte pregate per i sacerdoti, perché il Padrone della Messe faccia nascere vocazioni sacerdotali e religiose anche in qualcuno fra di voi. Adesso andiamo a celebrare la Messa e a pregare per i sacerdoti. Senza sacerdote non c’è perdono, senza perdono non puoi vivere, tu sei morto dentro”.
La Regina della Pace, nel suo ultimo messaggio a Mirjana del 2 agosto dice: “Quanto più amerete, tanto più sarete lontani dalla morte. Per coloro che vivranno la Parola di mio Figlio e ameranno, la morte sarà vita. Vi ringrazio! Pregate per poter vedere mio Figlio nei vostri pastori. Pregate per poterlo abbracciare in loro”.
Quando Padre Jozo parlava, soprattutto ai giovani, il suo volto si trasfigurava, la sua voce si amplificava, il suo amore esplodeva.Ricordo l’anno scorso quando sono salito con i giovani, di notte sul Krizevac per pregare per sacerdoti, in particolare per Padre Jozo e per i frati di Medjugorje. C’era un leggero vento, quasi tiepido: il segno che Maria è con noi. Iniziano i canti e, ad ogni canto, si allontana il buio, si spengono le stelle che solo a Medjugorje trovano tanta lucentezza.
All’orizzonte, dietro le montagne, dove per tanti anni il chiarore delle granate, i lampi abbaglianti degli spari annunciavano il terrore e seminavano odio e morte, una rossiccia punta sanguigna come di un rubino prezioso, affiora lentamente: inizia un nuovo giorno. Il sole che sorge alle nostre spalle, colora di un rosa tenue quella bianca Ostia consacrata che, all’Elevazione, forma un Corpo unico, assimilato alla bianca Croce del Krizevac che ci sovrasta: è il giorno della
Trasfigurazione
del Signore, stiamo vivendo il nostro
Tabor
! Al termine scendiamo in silenzio, felici e commossi, portando nel cuore il silenzio di Maria ai piedi della Croce.
Come noi siamo scesi dal Krizevac, così anche Padre Jozo, da anni non vive più la luminosità della
Trasfigurazione
del
Tabor
, bensì la “sfigurazione” del
Getsemani
. Infatti, oggi Padre Jozo si trova a Zagabria, ma non può parlare di Medjugorje e non può tenere le sue memorabili catechesi. Padre Jozo vive il suo
Getsemani
nella diocesi che fu guidata dal Beato Card.
Alojzije Stepinac
, un altro Martire della Fede.
In una lettera del 1957, ad un amico, il Beato Cardinale scrive così: “Gli uomini si lamentano perché ci sono le spine sulle rose; invece dovrebbero lodare Dio, perché sulle spine crescono le rose. Stiamo certi che sulle spine di oggi cresceranno bellissime rose, forse prima di quanto possiamo pensare. Tutti noi vorremmo vederle. Per quanto mi riguarda, io non ho un desiderio particolare, perché è più saggio e sicuro affidarsi alla volontà di Dio. Infatti un proverbio tedesco dice. – Dio mette alla prova di più coloro ai quali dona di più”.
La vocazione di Padre Jozo e la sua vita sacerdotale è sempre stata disegnata dall’esempio dei Martiri. Sì, sulle spine di oggi, fioriranno le rose. Quando il Beato Stepinac scrisse queste frasi, Padre Jozo entrava nel Seminario Minore e da quell’anno ha conosciuto tante spine.
Insieme a chi mi legge, vorrei dire a Padre Jozo che deve essergli di conforto sapere che, grazie a quelle spine, tanti pellegrini sono stati accarezzati da tante rose. Noi lo ringraziamo perché grazie al suo “
Getsemani
” tanti pellegrini, dal cuore ferito, possono vivere il loro
Tabor
, trasfigurati dalle carezze e dal profumo della Regina della Pace: la Rosa più bella che ci sia.
AUGURI, caro Padre Jozo, Sacerdote per sempre!