Dal Twiga a Medjugorje, Simona e la chiamata della Madonna
Dalla discoteca dei vip, alla collina delle apparizioni. Dal mondo dello spettacolo a quello della fede. In queste poche parole si può racchiudere il cammino di
conversione
di
Simona Amabene
.
Una brava ragazza che lavorava come pr al Twiga, famoso locale della Versilia, prima di essere toccata dalla
Madonna
. La Vergine, in questo Suo straordinario disegno di
conversione
, è entrata piano piano nel suo cuore facendosi largo tra le pagine della sua agenda fitta di impegni, per non uscirne più.
Siamo alla fine degli anni ’90. Simona è una ragazza come tante con la testa sulle spalle ma abbagliata da un sogno che da giovanissimi un po’ tutti coltiviamo: lavorare nel mondo dello spettacolo fatto di soldi, notorietà, viaggi, divertimento. Apparentemente tutto quello che serve, insomma, per godersi questa vita sulla Terra. E quasi per caso è stata catapultata, nel mondo vip, è bastato iscriversi a un corso di taglio e cucito: “Inaspettatamente al corso ho conosciuto Sarah, una modella americana che mi ha introdotta nel mondo degli eventi e dello spettacolo. Ho iniziato come ragazza immagine in Aprilia per il motomondiale, allora esordiva un giovanissimo Valentino Rossi. Facevo il lavoro che desideravo, viaggiavo e conoscevo gente “importante”. Poi ho sempre avuto il pallino di organizzare eventi e ci sono riuscita, cominciando a collaborare con diverse agenzie, teatri, festival soprattutto in Toscana: La Versiliana, Il Pucciniano, Giorgio Gaber…”.
All’inizio del 2008, poi, una nuova occasione: “Un mio amico, Maurizio Bendinelli, divenne direttore nel famoso beach club Twiga di Forte dei Marmi, frequentato da personaggi famosi, mi volle tra i suoi collaboratori. Accettai subito. Pensavo di essere gratificata così, facevo quello che volevo ma in realtà non ero mai contenta. Dentro di me mancava sempre qualcosa. In estate andai a trovare mamma in Liguria e lì ci fu uno dei primi segni: mi diede una foto della
Madonna
di
Medjugorje
che una sua cliente le aveva portato al rientro da un pellegrinaggio. La guardai e pensai: ’
Medjugorje
..come suona dolce questa parola. Avevo un ricordo vago riguardo alle apparizioni in quel paesino, ma non sapevo neppure dove si trovava’. Misi la foto nella mia camera e ripresi la mia vita di sempre.
Nel 2009, la svolta: sento anch’io parlare del cambiamento di Paolo Brosio, socio del Twiga insieme a Briatore, Marcello Lippi e la Santanchè. Ci conoscevamo superficialmente ma devo dire che, dopo la sua
conversione
, avevo notato in lui un viso più sereno. Ho pensato ‘Cavolo che bella cosa è capitata a quest’uomo’. Mi ha colpita. Ritorno di nuovo dai miei genitori in Liguria, era aprile, e mi concedo una passeggiata ai piedi di un colle vicino casa dove c’è anche un santuario mariano. Sentivo la natura, sentivo la pace. Sono entrata nella chiesetta. Premetto che non era nelle mie abitudini la Messa, andavo solo nelle ricorrenze importanti, Natale, Pasqua….e l’ultima mia confessione risaliva alla Cresima. Ho pregato la
Madonna
e le ho chiesto di aiutarmi a mettere ordine nella mia vita perché da un po’ di tempo era come se mi sentissi un pesce fuor d’acqua a lavorare in quell’ambiente mondano, tutto iniziavo a starmi molto stretto”.
E, incredibile, dopo quattro giorni arriva proprio la “chiamata” della
Madonna
che la vuole accanto a sé. Il suo tramite è stato, neanche a dirlo, Paolo Brosio: “Dopo quella preghiera mi telefona il direttore e mi dice che Brosio vuole il mio numero: ‘Vorrà parlarti della
Madonna
’ mi dice”. E infatti così è stato: “Paolo al cellulare: ‘Simona ti ho notata sei una mosca bianca in quel mondo, vorrei che mi aiutassi a organizzare pellegrinaggi nella Bosnia- Erzegovina’. Tra tutte le proposte, questa era la più inaspettata e originale. E ho accettato ”.
Da lì è cominciata l’avventura: partenza per
Medjugorje
e il Twiga pian piano diventa il ricordo di una vita che non è più. Per Simona adesso c’è la messa quotidiana, l’adorazione Eucaristica. “Il vuoto che avevo, Gesù l’ha riempito. Niente e nessuno mi gratificava mai abbastanza, con Gesù tutto ha iniziato ad avere un senso”. Dopo l’intensa collaborazione tra pellegrinaggi, eventi di preghiera e beneficenza, libri e programmi tv con Brosio, Simona ha capito, nel silenzio della preghiera e nella serenità del Podbrdo, che la sua “missione” sarebbe stata quella di occuparsi delle donne.
E’ nata così la Costola Rosa che guarda all’esempio di Maria, la donna per eccellenza, coraggiosa, accogliente, delicata che ha creduto, sperato e amato, soprattutto nei momenti più difficili. L’iniziativa ha dato frutto: un ritiro a
Medjugorje
nel mese di marzo per sole donne che “è un’occasione per prenderci cura della nostra vita spirituale, per rinnovarci e, per portare poi a casa il bene che abbiamo ricevuto, per essere mogli, mamme, figlie, lavoratrici migliori"; una rubrica “rosa” sulla rivista “
Medjugorje
. La presenza di Maria”, tutti i mesi in edicola, che racconta le straordinarie esperienze di vita e di fede di figure femminili provate da grandi dolori ma capaci di aprire il loro cuore a Dio e di rialzarsi più forti di prima: “Il primo articolo, senza volerlo, è stato pubblicato il 15 giugno 2014, in coincidenza con l’inizio della Novena alla
Madonna
Regina della Pace, e ho potuto toccare con mano gli effetti positivi della rubrica: Ausilio, un padre distrutto dalla tragica morte del figlio, “per caso” mi ha raccontato che grazie a una di queste storie ha deciso di andare a
Medjugorje
e lì ha ha ritrovato la fede e la speranza"; tra i frutti i “Cenacoli con Maria”, una sorta di flash mob mensile per riscoprire una sana abitudine: la preghiera in famiglia. E ha già dato i suoi frutti, una riappacificazione tra Luigia e Cesare, moglie e marito, separati da tempo. La Costola Rosa è anche una pagina Facebook, gestita con l’amica Isabella, che vuole diffondere i valori cristiani, e dare ossigeno a chi è schiacciato dalle tante fatiche quotidiane.
Una serie di progetti che fanno di Simona una testimone vivente e appassionata dei messaggi della Gospa.“Cerco di mettere in pratica quello che la
Madonna
ci chiede: Gesù al primo posto, vivere il Vangelo, il digiuno. E’ impegnativo, talvolta faticoso ma affascinate e appagante, del resto sono le cose più difficili a darci maggiore soddisfazione. E così è camminare col Signore. Poi, pregare, pregare, pregare, perché l’amore cresca in noi, prima verso Dio, poi verso noi stessi, e infine verso gli altri. Maria ha esaudito il mio desiderio di “mettere ordine” tra le mie cose, e m’insegna che nel cammino di fede è fondamentale essere ordinati”.