E’ un cardinale, arcivescovo cattolico e biblista italiano, teologo ed ebraista.
Dal 2007 è presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e del Consiglio di Coordinamento fra Accademie Pontificie.
Nato a Merate (LC), in Brianza, Gianfranco è il primogenito di tre figli. Suo padre era un ufficiale del fisco ed esponente antifascista che prestò servizio in Sicilia durante la seconda guerra mondiale, ma successivamente disertò l’esercito, impiegando 18 mesi per tornare dalla sua famiglia, risalendo a piedi la penisola. Sua madre era invece insegnante nella scuola del paese.
Intenzionato a seguire le orme della madre nell’insegnamento, intraprese un corso di formazione in seminario ove ebbe occasione di studiare numerose lingue antiche e moderne, tra cui i
l greco e l’ebraico.
Ordinato presbitero per l’arcidiocesi di Milano il 28 giugno 1966 dal card. Giovanni Colombo, proseguì i suoi studi presso la Pontificia Università Gregoriana e presso il Pontificio Istituto Biblico dove ottenne la licenza in Sacra Scrittura. Ravasi è divenuto quindi docente di esegesi biblica al Seminario arcivescovile di Milano e alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale e membro della Pontificia Commissione Biblica. Parallelamente ha alternato i propri impegni con la passione per l’archeologia, affiancando archeologi come Kathleen Kenyon e Roland de Vaux in Siria, Giordania, Iraq e Turchia. Nel 1985, a Milano, tenne un ciclo di conferenze bibliche, tra cui una decina sul Vangelo di Giovanni.
Dal 1988 conduce la parte biblica del programma religioso di Canale 5, Le frontiere dello spirito.
Nel 1989 fu nominato Prefetto della Biblioteca Ambrosiana, la grande biblioteca lombarda fondata dal cardinale Federico Borromeo, carica che ha mantenuto fino al settembre 2007. Ha lavorato anche a fianco dell’allora arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini. Dal 1980 al 2002 ha tenuto cicli di incontri di lectio divina presso il Centro Studi San Fedele di Milano, in particolare durante i periodi di Quaresima e Avvento di ogni anno, nel corso dei quali ha commentato di volta in volta libri dell’Antico e del Nuovo Testamento.
Il 22 giugno 1995 fu nominato da Giovanni Paolo II Protonotario Apostolico Soprannumerario.
Nel 2005, Ravasi era il principale candidato proposto per la diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino ma la Congregazione per i Vescovi rigettò la sua nomina dopo che Ravasi ebbe pubblicato un articolo su Il Sole 24 Ore relativamente alla Pasqua nel quale indicava Gesù Cristo non come "colui che viene risorto" ma come "colui che risorge", frase che venne vista potenzialmente come eterodossa.
Nel 2007 papa Benedetto XVI gli affidò l’incarico di formulare le meditazioni della tradizionale Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo.
Il 3 settembre 2007 il Sommo Pontefice lo ha nominato Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, subentrando al cardinale Paul Poupard, e inoltre Presidente della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa e presidente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. È, pertanto, anche Presidente del Consiglio di Coordinamento fra Accademie Pontificie.
Contestualmente a tali nomine è stato elevato alla dignità di arcivescovo titolare di Villamagna di Proconsolare. Ha inoltre ricevuto la consacrazione episcopale nella Basilica di San Pietro in Vaticano da papa Benedetto XVI il 29 settembre 2007, co-consacranti il cardinale Tarcisio Bertone S.D.B. e il cardinale Marian Jaworski.
È autore di numerosi libri di divulgazione biblica e di esegesi e da anni collabora con i quotidiani L’Osservatore Romano, Il Sole 24 Ore ed Avvenire, il settimanale Famiglia Cristiana e il mensile Jesus, dal 2008 anche con il settimanale polacco Przewodnik Katolicki.
Il 20 novembre 2010 è stato creato cardinale da papa Benedetto XVI che gli ha assegnato la diaconia di San Giorgio in Velabro.
Dal 1º marzo 2012 il card. Ravasi è il Presidente della Casa di Dante in Roma.
Nel 2007, nel presentare il libro "Gesù di Nazaret" di Benedetto XVI ha sostenuto la necessità di non separare le ricerche sul Gesù storico da quelle sul Gesù della fede:
«Il libro di Benedetto XVI ha voluto rimettere al centro proprio questa unità fondante del Cristianesimo, riproponendone la compattezza contro ogni tentazione di dissociazione. Sì, perché – se stiamo solo alla ricerca moderna – si è assistito a un processo di divaricazione o anche di separazione e persino di negazione di uno dei due poli di quell’unità (umana e divina in Gesù). Oggetto e fondamento della fede non è di per sé il solo Gesù storico; eppure il Gesù storico è componente fondamentale della fede cristiana perché essa ha al centro la persona di Gesù Cristo che è quell’unità di umanità e divinità da cui siamo partiti. E allora anche la ricerca storica su Gesù dev’essere integrata nella stessa teologia in un incrocio delicato ma necessario»